amedeo marizza

 

Arrivederci ad Amedeo Marizza, storico commerciante gradiscano e artefice della rifondazione dell’Itala negli anni ’60. Gradisca ha accolto con sentimenti di profonda commozione e cordoglio la notizia della scomparsa di una delle figure più note ed apprezzate del panorama commerciale e ricreativo cittadino. Si è spento nella propria abitazione all’età di 96 anni e dell’Itala era il presidente onorario dopo averla guidata nel ’60-’61 e dal ’72 al ‘77. Oggi in suo onore la squadra porterà il lutto al braccio nel derby di Monfalcone con la Fincantieri

 

 

Esponente di una delle famiglie “doc” della Fortezza, dopo una breve esperienza in Francia – appena 23enne – aveva voluto cimentarsi nell’attività imprenditoriale, avviando in pieno centro storico un’attività nel settore del commercio di carni. Quel punto vendita di via Bergamas (oggi una parte di quei locali costituisce il completamento del Nuovo Teatro Comunale) è stato dal ’36 alla meritata quiescienza di Marizza nella seconda metà degli anni Ottanta un autentico riferimento, in tutto l’Isontino e persino fuori provincia. Merito della professionalità e della cortesia di “Medeuti”, persona affabile che sapeva sempre trasmettere una disarmante serenità. Ma la storia locale ricorderà Amedeo Marizza per la sua travolgente passione per i colori dell’Itala, della cui stessa sopravvivenza può essere ricordato a buon diritto un vero e proprio artefice. A cavallo fra gli anni ’50 e ’60 il sodalizio versava in cattivissime acque. Il club era uscito con le ossa rotte dall’esperienza Itala Montiglio, denominazione dovuta all’approdo di un vero e proprio sponsor ante litteram che aveva però lasciato i conti in rosso e allontanato il club dalle sue origini non solo sportive, ma anche ricreative. Servirono alcune interminabili riunioni all’osteria Porta Nuova e alla pizzeria Leon d’Oro per evitare il tracollo: solo la buona volontà di fedelissimi come Amedeo Marizza, Renato Brancolini, Walter Buzzin, Enzo Furlan, Oscar Marizza, Mario Gismano, Domenico Rongione, Villi Trevisan, Alfredo Venuti, Valentino Zuliani, Giulio Portelli, Giovanni Devetti e Ottorino Coccolo permise all’Itala di ripartire. “Amedeo fu il coordinatore di quell’operazione di salvataggio e il primo presidente della nuova era – ricorda oggi il sindaco Franco Tommasini - che di fatto gettò le basi per la successiva, travagliata ma col senno di poi riuscitissima fusione con la San Marco. In fondo è anche al coraggio di quei personaggi che si devono i risultati ottenuti dal club nell’era moderna. Di Amedeo ricorderò sempre la serenità che era in grado di trasmettere. E il suo attaccamento ai colori al punto di seguirla anche a un’età invidiabile, inforcando la sua bicicletta per raggiungere il Colaussi”. Trasparenza e rettitudine valsero due grandi onoreficenze a Marizza: la massima Benemerenza nazionale della Figc nel ’73 e la Stella di Bronzo del Coni nel ’98. Coniugato con Onorina Cesselon, oltre alla moglie lascia due figlie (Annamaria e Sandra), due generi (Renato e Carlo), tre nipoti (Fabio, Patrizia e Stefano) ed una pronipote (Sarah). Le esequie di “Medeuti” saranno celebrate lunedi alle 11.30 nella Chiesa del Santo Spirito. Luigi Murciano per "Il Piccolo"