Settore giovanile: Battistutta e Frandolic i responsabili tecnici

Non solo prima squadra. Il rinnovato entusiasmo in casa ISM Gradisca è tangibile anche a livello di settore giovanile. Il club biancoblù è intenzionato a ricostruire dalle fondamenta il proprio vivaio. Con un punto fermo: un approccio ancora oggi all’avanguardia come il metodo Coerver, ideato dal celebre omonimo tecnico olandese ed incentrato sullo sviluppo della tecnica individuale come primo passo per formare calciatori completi, creativi e consapevoli. Il progetto è stato presentato allo stadio “Colaussi” alla presenza del presidente Stefano Forte, del ds Felice Di Bernardo, di Fulvio Battistutta, responsabile tecnico, e Dario Frandolic, maestro di tecnica. Francesco Volante, sarà il coordinatore del settore giovanile. I nomi dei tecnici della “filiera” biancoblù, dai Primi Calci agli Allievi, saranno resi noti nei prossimi giorni.

Battistutta e Frandolic Collaborano sin dai primi anni Duemila, condividendo la passione per un’idea di calcio che pone il pallone, e non l’atletismo esasperato, al centro del processo di crescita. “Il Coerver è il metodo che ci ha formati e che vogliamo restituire ai giovani – ha spiegato Frandolic –. Ho avuto l’onore di conoscere personalmente Wiel, e posso dire che il suo approccio conserva ancora oggi una potenza formativa straordinaria. Parlava di tecnica come linguaggio del gioco”.

Gli fa eco Battistutta: “Nel calcio moderno si corre troppo e si pensa poco. Noi vogliamo insegnare ai ragazzi a fare le cose giuste nel modo giusto. Il gesto tecnico è ciò che permette alla visione di diventare azione”.Il metodo Coerver – che l’ISM utilizzerà dai Primi calci ai Giovanissimi – è strutturato per formare calciatori abili nel controllo e nella gestione del pallone, creativi nelle scelte, sicuri delle proprie capacità tecniche e intelligenti nel gioco di squadra. Ma è anche un metodo educativo, che contribuisce a sviluppare la personalità, l’autostima e la leadership. Questo non può avvenire se viene tralasciato a monte un lavoro essenziale: l’approccio emotivo con l’attrezzo che i giovani preferiscono, ovvero il pallone. “Bisogna dare ai giovani la possibilità di imparare a imitare i gesti dei loro campioni preferiti. E si, dare loro la possibilità di sbagliare. Diceva bene il neuroscienziato Rizzolatti: imitare significa imparare più velocemente nel modo giusto” così Battistutta e Frandolic.